Castell’Umberto – “Scalinata in rosso”. Parla una codice rosso!

“Un amore sbagliato” iniziato 8 anni fa, un bambino, tre anni d’inferno e un crescendo di violenze di cui ancora paga le conseguenze”. Vittima, per dirla con Fabbrizio De Andre, della “Legge che non protegge” che va comunque cambiata adeguandola a quell’emergenza nazionale che è diventato il femminicidio. “La tematica è complessa e necessita di un lavoro costante, soprattutto in seno ai ragazzi” – dice il sindaco, anzi la sindaca Veronica Maria Armeli. le donne- dice- “dovrebbero abbassare lo sguardo solo per guardarsi le scarpe rosse” segno di una nuova primavera i cui fiori stentano a germogliare. Il CODACONS contro le canzoni che incitano alla violenza sulle donne.

Franca Rame Violenza infinita, Rosaria Lentini 12 coltellate, Giulia Tramontana 37 coltellate, Giulia Cecchettin 26 coltellate. Sono solo un piccolo esempio della lunghissima scia di sangue lasciata dalle donne sulla barbarie dell’ignoranza, della prepotenza, della paura e purtroppo anche del risentimento politico. Nomi letti nel corso della manifestazione “Scalinata in rosso” organizzata dall’Amministrazione comunale in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” svoltasi lo scorso sabato nel Palazzo di città.

Un quadro sempre più inquietante al quale va posto comunque rimedio. Nell’atrio del Municipio (Opzione due visto il maltempo che ha impedito che la Giornata si svolgesse nella villa G. Pertini), erano in tanti, c’era pure Lei Cettina, più volte Codice rosso, che ha raccontato la sua esperienza che ha fatto gelare il sangue dei presenti.”

“Un amore sbagliato” – ha detto iniziato 8 anni fa, un bambino,” tre anni d’inferno e un crescendo di violenze di cui ancora paga le conseguenze”. Poi le denunce, i codici rossi, la lentezza della Giustizia. Finalmente il distacco e con esso, finita la violenza spicciola resta la paura, la vita quasi da reclusa, come i pentiti, costretta a non poter essere più se stessa a non potere respirare il “fresco profumo della libertà” a non rimanere mai sola a non potersi valorizzare come donna. Insomma vittima, per dirla con Fabbrizio De Andre, della “Legge che non protegge” che va comunque cambiata adeguandola a quell’emergenza nazionale che è diventato il femminicidio.

Certo le pene vanno inasprite, serve un deterrente forte che faccia passare la voglia di impugnare un coltello ma questo non basta.

“La tematica è complessa e necessita di un lavoro costante, soprattutto in seno ai ragazzi – dice il sindaco, anzi la sindaca Veronica Maria Armeli (Anche la terminologia è importante) – Bisogna educare all’affettività e, soprattutto alla consapevolezza dei No ricevuti, alla loro accettazione”.

“La donna è libera e non è di nessuno. E’ questo che i ragazzi non riescono a capire. Noi non siamo il possesso di nessuno le fa eco Jamira Conti Papuzza.

La giornata continua il tema è importante e la posta in gioco ancora di più. C’è bisogno di una nuova coscienza femminile. Uno scatto d’orgoglio.

L’assessore Valentina Tascone lo espone al meglio, le donne- dice- “dovrebbero abbassare lo sguardo solo per guardarsi le scarpe rosse” segno di una nuova primavera i cui fiori stentano a germogliare.

“Vittime, Donne con la D maiuscola che vanno aiutate sempre e comunque. Carmelina Galati Rando è scossa dal racconto di Cettina. E’ ora di dire basta. La giornata, pregna di pathos volge alla fine. Il problema però resta attraversa tutte le età, le classi sociali i contesti culturali. Le coltellate di un analfabeta straziano come quelle di un plurilaureato.

Quelle di un anziano sono uguali a quelle di un giovane. E qua il problema diventa molto più complesso. Sembra il lento regredire di un innalzamento culturale sacrificato sull’Altare sconsacrato dal qualunquismo del Dio denaro e del “tutto mi è dovuto”. Tornano tristemente le tre S: Sesso, soldi e sangue e certe canzoni sembrano cavalcarne in parte l’onda.

E’ del 24 novembre la richiesta del Codacons al Governo di ritirare dal commercio e di oscurare in rete tutte le canzoni di rapper e trapper che contengono frasi sessiste e incitano all’odio e alla violenza verso le donne.

Interessati a vario titolo alla richiesta anche la SIAE e You Tube. Richiesta nata dopo che L’attrice Cristiana Capotondi durante il programma “In altre parole” -puntata dedicata alla morte di Giulia Cecchettin, su LA7. Aveva detto “Ma la musica trap l’avete ascoltata, la musica che ascoltano gli adolescenti?”

“La donna nella loro musica è trattata come un oggetto. Di cosa ci sorprendiamo allora!?”. E’ questo il problema? Vedremo. Di certo c’è che il maschio, non l’uomo, si è trovato impreparato alla giusta evoluzione della donna e incapace di elevarsi e capire “elimina l’ostacolo”.

Enzo Caputo

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