Castell’Umberto – Il comune nebroideo diventa “Plastic Free”

Salvatore Calà * Castell’Umberto – Dopo diversi comune della costa tirrenica e nebroidea, anche il centro umbertino, facendo seguito alla proposta di deliberazione da parte dell’attuale Vice Presidente del Consiglio Pippo Manera e in linea con gli obiettivi preposti dell’Amministrazione Comunale, nei giorni scorsi è stata emanata l’ordinanza sindacale contenente le indicazioni in merito al divieto di vendita e utilizzo di prodotti in plastica monouso non biodegradabili e/o compostabili.

L’importante provvedimento proietta Castell’Umberto tra quei Comuni virtuosi in tema di prevenzione salute e tutela ambientale. L’iniziativa ha da subito trovato riscontro in Consiglio Comunale e soprattutto una grande spinta, oltre che dal Vice presidente Pippo Manera, anche da parte del primo cittadino, il sindaco Enzo Lionetto Civa affinché si potesse completare l’iter di attuazione del provvedimento.

da sx i consiglieri comunali Prestileo Musarra e Manera

Si tratta di un cambiamento importante e radicale, un cambio di passo fondamentale per garantire un futuro più sostenibile alle prossime generazioni. Seguiranno iniziative (già in passato e nella scorsa estate i consiglieri comunali Calogero Prestileo, Sebastiano Musarra e Pippo Manera, si erano impegnati volontariamente a ripulire la spazzatura abbandonata lungo le strade del territorio umbertino) insieme ad importanti Associazioni che da anni si occupano di tutela ambientale coinvolgendo, attraverso la scuola, i bambini che sicuramente sapranno essere volano per arrivare ad essere letteralmente liberi dalla plastica.

“Abbiamo una responsabilità non indifferente nei confronti delle future generazioni e questa dell’ambiente è sicuramente tra quelle, ci spiega il vicepresidente Manera, esistono in commercio già da tempo tantissime alternative alla plastica monouso, dalla cellulosa al bambù etc. resta solo da affermare tra la gente la consapevolezza che bisogna cambiare direzione e farlo da subito attraverso i gesti quotidiani nella scelta di ciò che compriamo cosicché da “condizionare” il mercato e spingere l’industria a non produrre più materiali così dannosi per il pianeta in cui viviamo”

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