Naso – Al via i percorsi della storia e nel tempo le quattro strade

Organizzati da Rosita Ferrarotto nel “Mondo di ieri”. La “danza” tra storia, natura e leggenda parte dalle “4 strade”.
13115824_1271588696204326_1028209226_nMulattiere, tra sterrati e carrabili che “sfuocano” in un unico bivio ove, da sempre, “padroneggia” “A Figuredda”, la nicchia che conteneva in tempi che furono l’immagine della Madonna della Catena. Ripercorrere quei percorsi con le scarpe da trekking per circa 6 km, è un tuffo nella storia. Sembra di vederli gli uomini curvi sui campi, le colture, gli opifici, gli affari degli antichi feudatari che “coltivavano” le loro ricchezze alla periferia della Città di Naso.
Ogni Sentiero ha qualcosa da raccontare. Si parte da Bazia, il cui nome origina da “Abbazia Cistercense”. Si va lungo la Valle della Grotta del Diavolo, per giungere ad un’antica villa nobiliare che negli anni ’70 fu adibita ad albergo con balera sotto le stelle il “Paradiso del Diavolo”. La strada ora diventa sentiero tra fitti noccioleti ed uliveti; unica via, percorsa fino agli anni ’60, per raggiungere, dalle campagne il centro storico. Spesso percorsa da uomini scalzi che indossavano i “calzari” appena scorgevano il paese. Si arriva a Sant’Antonio. Ora la mulattiera si inerpica Tra l’oliva “Minuta Nasitana”. Il terreno è stratificato tra argilla, e fasce calcari-conchigliari, che testimoniano di terre sommersi dal mare milioni di anni fa e forse della stessa Agatirso.
PERCORSI NASOLa misteriosa Grotta del Diavolo, luogo panoramico che si affaccia a 360 gradi oltre i confini si “presenta ai “viaggiatori del tempo”. Una breve sosta e poi, passando dalla “Figuredda”, si prosegue il cammino lungo Badato, contrada fertile e ubertosa con terre a seminario, per giungere al Borgo Rurale di Cagnanò riqualificato nel 2014. A poche centinaia di metri la contrada Feudo caratterizzata da un’imponente sorgente d’acqua, origine e vita, anticamente,della florida attività agricola con il frantoio, la filanda e di 5 mulini, a ruota idraulica verticale, censiti in una cartina del 1840.
L’ultimo mulino, edificato nel 1800 fu attivo fino agli anni ’60. Tra agrumeti e “ombre profumate”, vicino alla fontana, è il secolare pioppo alto circa 26 mt. Domina la scena. Lungo il cammino “emerge” la splendida e maestosa falesia calcarenitica che si erge sulla sinistra della chiesa di San Michele Arcangelo, opera del XVI sec. riesplorata qualche decennio fa, poiché seppellita, nel tempo, da fitte foglie di edera selvatica.
ROSITA FERRAROTTOE’ la volta di un’antica mulattiera comunale che in soli 400 mt congiunge alla “Figuredda”. Da qui si scende all’ultima delle 4 strade che, passando dal “Canaleddu”, riporta a Bazia.La prima escursione è stata un successo. Ora l’imbrunire sopraggiunge, il vocio si fa musicalità, “…Passu di notti e ti salutu strata… chi dintra c’è na rosa culurita…” Il mondo di ieri rivive nel cuore e nella notte, diventa sicilianità, canto, sofferenza, nenia, amore, mistero…narrazione.
Rosita Ferrarotto ci crede, si spende…
Enzo Caputo
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