I doveri del giornalista a Sant’Agata Militello, un evento per saperne di più

Il giornalista deve seguire determinate regole improntate al rispetto della verità e ai codici deontologici e ciò per una corretta informazione che serva a far crescere la società.
I doveri del giornalista a Sant'Agata
da sx Nuccio Carrara, Maurizio Morabito e Santino Franchina (ph Anni60news)

Questo in sintesi quanto è emerso nel corso dell’evento formativo per gli operatori dell’informazione dal titolo“Testo unico dei doveri del giornalista” che si è tenuto nella splendida cornice del Castello Gallego alla presenza di un numeroso e qualificato pubblico.

Tra i relatori il vice presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti Santino Franchina, il giornalista Nuccio Carrara e l’avvocato Maurizio Morabito. Dopo i saluti del vice sindaco di Sant’Agata Militello Nino Testa, Franchina ha illustrato il nuovo Testo Unico dei Doveri del Giornalista approvato lo scorso gennaio Dopo la disamina del vice Presidente che ha spiegato le “regole” del buon giornalismo e gli interventi, l’avvocato Murabito, con un’attenta e completa dinamica sul tema, ha messo in guardia sui pericoli “penali” insiti nel difficile mestiere del giornalista e il discorso, com’era prevedibile, è “scivolato” sul tema caldo della diffamazione a mezzo stampa che, in molti casi, viene vista come un tentativo perfido di mettere la “museruola” ai giornalisti. Interessante e acceso il dibattito finale specie su come difendersi dalle querele facili.

La scriminante- ha sostanzialmente detto l’avvocato Murabito, rispondendo ai quesiti – opera ogni qualvolta il diritto di cronaca rispetta i criteri fondamentali cui deve rispondere la notizia e cioè “ Verità, continenza e pertinenza” . Insomma un fatto deve essere vero, formalmente corretto nell’esposizione e deve fare notizia”. Molto dibattuto il concetto di rispettabilità e onore che deve essere applicato però anche al giornalista. L’ordine- ha concluso Franchina- ha una sua proposta: se chi ritenendosi diffamato chiede un certo indennizzo, la stessa cifra richiesta la dovrebbe dare, se diffamazione non c’è stata, al giornalista. Tuttalpiù almeno il 50%. Insomma una proposta per porre un freno alle liti temerarie e un imput in più per il giornalista affinché si attenga alle regole del corretto scrivere.
Enzo Caputo
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