A Brolo “Il dissesto non sarà mai una nostra colpa, ma stiamo lottando per evitarlo”, dice Scaffidi

“Il dissesto non sarà mai una nostra colpa, ma stiamo lottando per evitarlo”. Parla chiaro il neo assessore alle finanze e al bilancio del comune di Brolo.

Parla per dare contezza dei conti del comune. Parla per evitare che false notizie e mezze verità dipingano situazioni che non esistono, che non trovano riscontro, che creano panico e paure inesistenti.

Parla e manda a dire all’opposizione consiliare che non si fa politica battendo sulla grancassa della propaganda, per esser smentiti nei fatti e nei numeri pochi attimi dopo.

Così Gaetano Scaffidi Lallaro, precisa, argomenta, espone, illustra, numeri, dati, lettere, relazioni.

Lo fa in un’intervista al web, che diventa comunicato stampa. E lo fa stamani.

Appena ascolta l’ultima esternazione pubblica del capogruppo dell’opposizione, Cono Condipodero che ha “votato un bilancio che oggi la corte dei conti dice non veriterio – dice Scaffidi Lallaro – e che poi ci “suggerisce” di rivotarlo, quasi una condivisione della colpa.

Dovrebbe spiegarci se ancora è convito di farlo… Dovrebbe spiegare ai cittadini perché si attesta a dire che il debito del comune è di 2 milioni e mezzo di euro mentre ha carte in mano che dicono che sono molto di più”.

Ed è proprio dai numeri che l’assessore al bilancio parte. “Ci dicevano, e le relazione dell’area contabile sono chiare, che il “buco” del comune era di appena 2.500.000, ma se scorriamo le tabelle dei debiti vediamo che la somma lievita di almeno 5 volte. – L’assessore al bilancio brolese non ha remore nel suo dire, e continuando afferma – Dobbiamo dare soldi all’Enel, oltre 1.1600.000 euro; all’Eco3 – la società che gestisce il depuratore – 473.000 euro.

Scaffidi parla dei debiti con la Tirreno Ambiente, 712.000,00 euro – “e questo contenzioso ci costa per il blocco di poter conferire la spazzatura a Mazzarà Sant’Andrea 500 euro al giorno di trasporti e costi maggiorati per ogni tonnellata di rifiuti – dice serio, aggiungendo – questo dovrebbe spiegare chi ha appoggiato la passata amministrazione e che ora è all’opposizione”, dei più di 900.00 euro da dare agli enti previdenziali ed all’erario e poi dei debiti contratti negli anni per i mutui , oltre una ventina, da restituire che assommando con le somme che il comune deve rendere per quanto percepito tramite i fondi del decreto 35, portano a debiti per oltre 15 milione di euro.

“Attestare il dissesto – afferma – non è una scelta politica né una volontà, ma è una situazione che viene certificata, che si determina quando il comune elude 5 dei dieci parametri che lo stesso ministero impone per la salvaguardia del bilancio”.

Ed il comune di Brolo forse ha superato questo limite. Ma l’assessore al bilancio non perde le speranze.

“Stiamo lottando, impegnandoci tutti seriamente, ed ieri, per questo con il sindaco eravamo a Palermo, per trovare le soluzioni possibili, le strade percorribili. Di certo non indebiteremo oltremodo il nostro comune, né utilizzeremo questo strumento – il dissesto – per far politica o per addossare le responsabilità su chi già c’è l’ha.

Ma siamo consapevoli che sarebbe un danno enorme per i nostri cittadini e da buoni amministratori, coscienziosi e attenti, cercheremo di evitarlo”. Ma poi i numeri sono numeri.

“Il 9 luglio di fronte la corte dei conti – dice Gaetano – cercheremo di far chiarezza. Di certo abbiamo relazioni che si contraddicono, uffici che dicono esattamente l’opposto di quanto dichiarato da altri.

Un revisore dei conti, sul quale ho piena fiducia – afferma l’assessore brolese – che sconfessa i conti del ragioniere dell’ente… anzi fa di più”. Poi torna sulle accuse dell’opposizione. Ci si addebita il fatto che abbiamo evitato di accedere al fondo salva comuni, quello dell’articolo 35.

cono-condipoderoEra un ulteriore mutuo. Un ulteriore indebitamento. Ed il capogruppo dell’opposizione che sostiene il contrario da buon contabile dovrebbe ben sapere anche di quanto detto dal Tar ligure sul problema.

Dove e in quale capitolo del bilancio devono essere tracciati questi finanziamenti. La legge, al pari dei numeri, è legge.

Non si può confutare”. E continuando: “E’ ovvio che la situazione è grave. Noi non chiederemo mai ai nostri consiglieri di votare un bilancio non veritiero, non conforme alla realtà di cassa. Il bilancio del 2013 andrà al confronto del consiglio.

E’ ovvio che stiamo valutando diverse opzioni. Troveremo la soluzione. I cittadini stiamo certi che lavoriamo per loro e per il nostro paese. Lo facciamo tutti i giorni da quando ci siamo insediati.

Ci assumiamo impegni e responsabilità, ma non possiamo prenderci le colpe di chi ha mal amministrato il paese in questi anni”.

Quindi soffermandosi su alcuni episodi sottolinea. “Per fare un esempio ci arrivano fatture strane come quella di un professionista, un ingegnere che ci chiede ora 210.000 euro per una progettazione, ai tempi della sindacatura Laccoto, per un un centro polifunzionale. Ma qual’è? Dov’è?

Abbiamo impugnato ben 6 mutui. Sin ora se ne sapevano cinque.

Ebbene vi dico che c’è il sesto, dopo il palazzetto fantasma e il metano arriva anche quello della ristrutturazione della palestra di via Quasimodo – ed entrando nel dettaglio precisa – Un mutuo per tribune e parquet, per il quale sembrerebbe che ci siano delle “anomalie” e per questo abbiamo chiesto la sospensione delle rate”.

Un’altro in mezzo a tanti. Per l’assessore è tempo di assunzioni di responsabilità, di mettere a punto un piano di riordino “e lo stiamo facendo seriamente chiamando alla piena collaborazioni uffici e funzionari”.

Poi l’assessore vuole rassicurare chi pensa che la gestione del dissesto sia qualche cosa che estromette l’amministrazione dal suo incarico politico.

“E’ una gestione sicuramente straordinaria, ma la commissione che si insedierà sarà solo per la gestione del debito, nulla di più. Noi, come giunta, come gruppo, opereremo nelle piene funzioni amministrative, politiche, di rappresentanza ed esecutive dell’ente, per quelle che i Cittadini ci hanno votato, ci hanno scelto.

Anche questo è opportuno che si sappia. Senza fare terrorismo né mistificare fatti e verità”.

Quindi l’ultima nota è sull’accusa di non aver rinunciato alle indennità: “Sappiamo come fare, quello che facciamo, come lo facciamo, che Condipodero pensi al perché – e ci spieghi come mai – questa richiesta non l’abbia fatta quando era consigliere di maggioranza di Salvo Messina, quando magari, altri tempi, le indennità fioccavano anche nelle misure non congrue. Noi quell’indennità, al momento l’abbiamo messa anche a disposizione per riparare mezzi del comune che assicurano l’ordinaria  manutenzione, per riadeguare uffici, per costruire un luogo del fare, un comune, idoneo, sicuro e funzionale”.

E fra venti giorni – promette – il bilancio sarà in consiglio.

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