Sinagra / Bologna – Che la terra ti sia lieve, Enzo caduto non solo di lavoro

       I Nebrodi “hanno un Cuore “e il coraggio di lanciarlo oltre il confine.

Meglio sarebbe dire Sinagra- Bologna- Marcinelle perchè le analogie tra queste località sono tante o meglio sarebbe dire, che chi scrive ne vede tante. E questa volta non c’è stato bisogno neanche di un protocollo d’intesa tra Nord e Sud, come accadde allora con il Belgio e l’Italia per placare l’endemica fame di energia del nostro Paese e dare risposta alla disoccupazione. I belgi non volevano scendere nelle miniere, troppo vecchie e pericolose specie a Charleroi.

Bisognava cercare altrove manodopera, meglio se in una Nazione uscita dalla guerra con le ossa rotte. Fu così che 136 nostri emigrati morirono tra le viscere di una terra “straniera”. Di questi almeno la metà erano abruzzesi che, seppure la loro terra si trova nel centro Italia, sono comunque meridionali a tutti gli effetti. A che serve stipulare un protocollo d’Intesa con una “Colonia”? Semplicemente non serve. Ci ha pensato la storia e la realtà e stabilire cosa deve o non deve fare la parte volutamente sottosviluppata, o meglio “appiccicata”, di uno Stato.

Il Sud italiano sembra essere un enorme mercato economico, politico e perché no di manodopera, ieri generica oggi qualificata; per quella semplice ci pensano gli immigrati lasciando “spazio” anche a chi , malgrado l’età, deve comunque arrotondare le entrate.

Ed è in questo contesto che ha trovato la morte Vincenzo Franchina figlio di Sinagra e dei Nebrodi e, come lui, un immigrato e un settantaduenne costretto ad arrotondare. 36 anni, un figlio, una giovane moglie, la speranza di un futuro migliore in quel di Genova e, sullo sfondo, l’ombra sinistra di appalti e subappalti, magari a cascata che, se è vero che sbloccano la rigida impasse dei lavori pubblici, si potrebbero però prestare a creare condizioni a danno dei lavoratori e della bontà del lavoro effettuato. Di certo non va buttato il bambino con l’acqua sporca.

“Il subappalto- ha puntualizzato il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato – non deve essere visto in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto”. Inoltre non sarà sequestrata tutta la Centrale e sui corpi delle vittime , al momento recuperate non sarà effettuata l’autopsia.

E questo, forse, è un atto di cristiana pietà. Vincenzo, a Sinagra era conosciuto da tutti e ovviamente lo conosceva bene anche il Sindaco Nino Musca che lo aveva sposato e pure avuto come alunno all’Istituto superiore Torricelli di Sant’Agata di Militello.

Oggi Sinagra – che “ha un cuore”, come dimostrano, caso mai ce ne fosse stato bisogno, i Social e la realtà sociale tutta, piange un ragazzo. Lo piangono tutti i Nebrodi che, in questi funesti contesti hanno anche loro, cheché se ne dica, “un cuore” e sono capaci di buttarlo “oltre il confine”.

Tantissimi al Sud hanno o hanno avuto un cuore così, grande come questa martoriata terra di Sicilia che tanto ha dato e tanto continua a dare sul fronte interno e purtroppo esterno. Di questo è morto Vincenzo, di una speranza che si è trasformata in illusione.

Cordogli, commenti, frasi fatte, lacrime di coccodrillo e di circostanza servono a poco così come poco serve ripercorrere in questo scritto la cronaca dell’accadimento. Questa terra ha la sua valenza nell’essere destinata a produrre, nel tempo, ora carne da cannone, ora disoccupati da impiegare al Nord. Ieri a morire sull’Isonzo furono in gran parte i meridionali oggi, a volare dalle impalcature o morire nei modi più assurdi, sono sempre più spesso Loro, i figli nella nostra Terra che geme sotto il tallone invisibile del malaffare e della cattiva politica anche occupazionale.

La storia di Vincenzo Franchina ha certo bisogno di essere cronaca ma non può essere solo questo; sarebbe riduttivo ed ipocrita come lo furono le narrazioni dei cronisti della Grande Guerra che neanche si avvicinavano alle trincee per non rischiare di essere ammazzati dai soldati per il loro raccontare la “Bella morte con la palla in fronte”. Che la Terra ti sia Lieve Enzo caduto non solo sul lavoro.

Enzo Caputo

}