San Fratello – Raffaella Nardone: voglio che questo borgo viva nell’arte e nella poesia

Circa cento composizioni poetiche di autori vari, si propongono al lettore lungo la via delle poesie. Chapeau poi per quell’affresco gigante sul muro di casa dell’ideatrice fatto da Andrea Sposari che racconta dell’olio dei Nebrodi e non solo.  Cantiere culturale finito? Manco a dirlo.

Sono spazi dell’animo, gioielli preziosi, sospesi tra passato e presente, che dominano il borgo medievale. Come “sospiri” volteggiano nel pentagramma del cuore; raccontano spazi di vita, sentimenti, emozioni, passioni, fantas

ie, desideri.

Sono loro, le poesie, versi impressi nella ceramica ad abbellire il “muro dei sogni e delle verità più vere. Siamo nella parte alta del Paese in quello che era un muretto come tanti prima che Salvatore Crivellaro e Raffaella Nardone, cuori pulsanti di tutte le iniziative, decidessero, da pensionati, di stabilirsi nella di lui natia San Fratello della quale lei, nata a Benevento e cresciuta all’ombra della “Madunin” si era subito innamorata.

Francesca Lo Cicero
Giuseppe Marzullo
Rosalia Ricciardi

Circa cento poesie di autori vari, si propongono al lettore e, con le voci di Raffaella Nardone, Giuseppe Marzullo, Serafina Miraglia, Felicia Lo Cicero e Rosalia Ricciardi, ieri hanno “parlato” ai presenti.

Raffaela Nardone

Una recita sentita, a volte in italiano, altre nella lingua madre gallo italica che fa dell’alto Comune Nebroideo una realtà e se nella grande “Nazione Siciliana”. Un’opera d’arte realizzata grazie al lavoro di squadra. Alfio Catanzaro ha affisso le piastrelle incise da Antonio Fedor Fratantoni, Luigi e Ciro Geraci le pietre di guarnizione mentre il Comune ha provveduto a fare il rasante e il tettuccio con i mattoni.

Ma il muro non è il solo a farla da padrone. Ci sono prima altri affreschi realizzati da Salvatore Emanuele e Benedetta Catanzaro e ovviamente la dinamica Raffaella Nardone che in giro per il centro storico ha inventato e creato di tutto. E i soldi? Nessun problema ci ha pensato l’inventiva della Nardone che ha “istituito” una nuova festa con annessa affollata maccheronata di beneficenza con particolare attenzione ovviamente alla valorizzazione delle tradizioni. Ad inaugurare era stata l’Associazione locale “Volere volare”.

Per l’occasione la Pro – Loco aveva organizzato un buffet. Insomma ognuno ha fatto. Ma torniamo ai versi con qualche titolo: “L’amicizia” di Serafina, “Teologia dell’Amore” di Felicia e “San Frareu” di Rosalia.   Chapeau poi per quell’affresco gigante sul muro di casa dell’ideatrice fatto da Andrea Sposari che racconta dell’olio dei Nebrodi e non solo.  Cantiere culturale finito? Manco a dirlo.

C’è da scommettere che il cilindro della Nardone ha in serbo tanto altro. E il visitatore? Non resta certo indifferente anche perché Giuseppe Marzullo, geloso custode della tradizione culinaria contadina, quella per intenderci del come si mangiava, ha illustrato con dovizia di particolari la buona tavola dei bambini a base di pani cunzatu e olive (la ricetta della felicità del palato).

Per dirla con Alfio Patti “Amica notti, quantu mi piaci/na li to’ vrazza lu ’nsunnari è duci/ca mi circunnu d’ummira e di paci./ Mi fai ’nsunnari rosi e tanti ciuri/mentri c’all’alba ccu la nova luci/ trovu la vita ccu li so’ duluri!

 

Enzo Caputo

 

}