Sinagra – La chiusura della SS 116 non è solo una interruzione

  • QUI I PRIGIONIERI AUSTRO UNGARICI REALIZZARONO GLI INTRAMONTABILI MURI “A PETTO DI COLOMBA”

Ancora interrotta la statale 116 tra Castell’Umberto e Ucria. I massi caduti al km 37+ 350 nei pressi della località Zacchini a causa delle persistenti e copiose piogge delle scorse settimane, hanno reso il costone interessato particolarmente a rischio.

La chiusura sta creando non pochi problemi anche perché la deviazione, che parte da Limari si dirama sulla provinciale per Sinagra e da qui continua per Ucria allunga il tragitto di una ventina di chilometri.

E così la tre volte storica strada, che offre panorami mozzafiato sulle Eolie e non solo resta interdetta al transito veicolare perché, per i tanti amanti della camminata salutare non c’è interruzione che tenga. Concepita come strada militare nel 1911 per consentire lo spostamento “rapido” tra il mar Tirreno e lo Ionico, il tracciato, nel cuore dei Nebrodi, perse di importanza essendosi rivelate inesatte le previsioni dello Stato Maggiore che, tratto in inganno dall’altalenante posizione italiana, temeva che l’offesa potesse provenire dal meridione europeo, per tornare “poco dopo” alla ribalta durante la Grande guerra che vide l’impiego dei prigionieri Austro-Ungarici (provenienti dal campo di concentramento di Milazzo e stanziati per l’occasione a Sinagra) che, esperti di consolidamenti montani, costruirono parecchi dei muri di contenimento in pietra “a petto di colomba” che ancora oggi fanno al meglio il loro dovere.

Ampiamente minata nel ’43 dai tedeschi in ritirata, fu allargata e asfaltata nel dopoguerra. Oggi, seppur secondaria, ma non troppo, nel collegare i due mari, potrebbe e dovrebbe avere una nuova vita per la bellezza del percorso i manufatti di contenimento in pietra e la frescura che offre nei mesi estivi. Insomma sarebbe ora che Stato, Regione ANAS ed Enti interessati si spendano per ridare una nuova dimensione a questo pezzo di 116 dal passato glorioso e dal futuro che attende solo di essere disegnato.

ENZO CAPUTO

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