Ucria – Infestazione noccioleti da parte dei ghiri. “Sos” dell’arciprete Catalano

Ancora una volta, l’arciprete Carmelo Catalano, parroco della piccola e fiorente cittadina nebroidea, ha preso carta e penna ed ha scritto al presidente della Repubblica, al presidente del consiglio dei ministri, al presidente della camera dei deputati, al presidente del senato della repubblica, al ministro delle politiche agricole, alimentare e forestali, al ministro dello sviluppo economico, al presidente della Regione Sicilia e dell’assemblea regione siciliana, all’assessore all’agricoltura e forestale ed all’assessore delle attività’ produttive, per sollecitare urgenti interventi per la nocciolicoltura di tantissimi paesi nebroidei e altri paesi anche della Provincia di Catania.

La comunità di Ucria, scrive il sacerdote, come tutte gli altri paesi soprattutto delle zone montane basano la loro economia esclusivamente sull’agricoltura e si può dire alcune totalmente sulla coltivazione delle nocciole. Già nel passato per particolari problemi sono stato voce di queste popolazioni chiedendo aiuto alle Istituzioni nelle persone che in quel momento le ripresentavano e devo riconoscere che la mia perorazione ha trovato riscontro. Nel 2003 l’Assessore all’Agricoltura della Provincia Regionale di Messina, Dottor Materia, in collaborazione all’Assessore Regionale della Sicilia si è impegnato a erogare un contributo per la “roncatura” per ogni ettaro di terreno coltivato a noccioleto. Anche nel 2007, continua la missiva, ho attenzionato la situazione delle nocciole che raccolte rimanevano invendute a causa del prodotto importato senza regole dalla Turchia dove la spesa per la mano d’opera era quasi inesistente.

Oggi, chiude la nota padre Catalano, vengo a voi unendo la mia voce a quella di tutti i Sindaci, delle Giunte Comunali di tantissimi paesi, dei Sindacati e di tutte le Associazioni del territorio e dei rappresentanti della popolazione che a vario titolo si stanno impegnando a difesa dell’economia di milioni di italiani e nello stesso tempo a difesa della esistenza stessa di questi paesi che a causa della mancanza di lavoro stanno scomparendo dimezzati dalla emigrazione che lenta ma continua ogni anno inesorabilmente miete vittime vedendo soprattutto impedendo lo stabilirsi delle giovani coppie che per vivere devono emigrare in località lontane.

Il problema è l’infestazione dei ghiri. Questi animali ci sono sempre stati ma la loro presenza nel passato non inferiva affatto sul raccolto. Dove prima si raccoglievano 500 chili, ora se ne raccolgono appena cinque. Quale le conseguenze? L’inutilità della coltivazione, l’abbandono dei terreni, l’aumentare dei boschi e soprattutto la disoccupazione e per chi viveva con l’agricoltura, la povertà.

Le Autorità competenti hanno fatto tante promesse ma fino ad oggi niente di fatto… il problema base: i ghiri sono specie protetta, e le persone chi le protegge?

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