Sinagra – 1162 bordate della corrazzata  “NuovaMente Sinagra” affondano l’amministrazione Maccora

Vittoria, vittoria… vittoria… Il grido, cadenzato,  è esploso all’unisono non appena le prime schede scrutinate hanno dato Nino Musca in vantaggio su Vincenza Maccora e, subito dopo, il *Jolly Roger,  “ricamato” da 1162 consensi, tanti quanti sono stati i voti ottenuti dal neo Sindaco Nino Musca ha scritto la parola fine sull’amministrazione Maccora  garrendo poi per tutta la notte nel corteo e nell’animo delle centinaia e centinaia di sostenitori della lista ”NuovaMente Sinagra”.  

19113455_1722116831139306_176796929_nLa vittoria, scritta da giorni nell’aria e nel cuore della stragrande maggioranza dei sinagresi, aspettava la conferma ufficiale delle urne che avrebbero solo dovuto quantificarne la portata. In pochi però si aspettavano il crollo, quasi verticale, della lista  antagonista “Valorizziamo Sinagra” che ha preso 657 voti, a fronte dei 1158 della Corazzata Musca.

enza maccoraGià venerdì notte, a chiusura della campagna elettorale, le oltre mille persone che si sono radunate per ascoltare Musca, dopo avere  applaudito l’intera compagine, (esaustivi e incisivi gli interventi  di Bucale e Naciti) e portato in trionfo l’aspirante sindaco, avevano festeggiato in musica la vittoria in un locale del paese. Anche se la competizione era da subito apparsa senza storia, le new entry della lista “Valorizziamo Sinagra” hanno avuto, se si guarda ai 150 voti di Maria Saitta, una buona performance che hanno impedito il totale tracollo della compagine. Risultato ancora più sorprendente  se si paragona Saitta ai 156 voti del presidente del consiglio  Michele Pintabona e, addirittura ottimo, rispetto a quello del vice sindaco uscente Salvatore Gaudio (151 voti). “festa musca

Fiera di averlo fatto con tutte le forze che  avevo a disposizione, scrive, tra l’altro, nella sua pagina facebook  Saitta – e nonostante non avessi nessun appoggio forte dietro” concludendo poi con un sostanziale buon lavoro alla nuova amministrazione. In casa Musca hanno fatto la parte del leone Maria Sinagra, 334 voti, Carmelo Rizzo con 284 voti e Paola Radici con 277, a seguire gli altri  con soglia d’arresto 142.19114629_1719047331446256_1228302813_n

Ma cosa a portato alla “disinstallazione” della politica Maccora? Probabilmente  il processo era iniziato subito dopo  l’insediamento della stessa  nel 2012 quando, per le amministrative, erano state presentate ben 4 liste frantumando di fatto  il quorum fisiologico per avere , di fatto, un’amministrazione realmente rappresentativa. Si erano  insomma create le premesse per il governo dei pochi a prescindere dalla lista eletta. Le urne favorirono di misura la lista Maccora che non volle o non riuscì ad aprire a nessuna delle liste escluse creando di fatto un‘amministrazione “ristretta” con lo zio del sindaco “Ninì Maccora” ex sindaco  di Sinagra,  nominato da subito esperto dal vice sindaco Salvatore Gaudio.

sinagra in festa

Nomina che, oltre a gettare nello sconcerto quanti avevano creduto nel rinnovamento,  era subito finita nel mirino della vice presidente del Consiglio Daniela Spanò, dell’eurodeputato Rita Borsellino e, naturalmente, del gruppo di opposizione “Uniti per crescere”.  Seguirono altri due esperti Carmelo Radici e Carmelo Giglia; quest’ultimo per attività  di “Collaborazione ed assistenza in materia di finanza agevolata e bandi di interesse pubblico” con  porte aperte  in tutti gli uffici comunali. Sui risultati ottenuti pare però che, oltre ai ringraziamenti del sindaco nei vari consigli comunali, non vi sia una vera  e propria relazione.  A seguire, dietro addotti motivi di ordine economico, venne eliminata l’area Turismo e Pubblica Istruzione  oltre al carosello di spostamenti di dipendenti comunali.

Le schermaglie con gli organi di informazioni locali completarono il quadro. L’opposizione inizia a parlare di Un paese in ostaggio”  e la forbice tra politica e cittadino diventa via via più larga al punto che ai consigli comunali assistono sempre meno persone. Intanto aumentano gli incarichi legali che solo in minima parte vanno a professionisti di Sinagra. Scoppia anche il caso “Piazza”, (un’esposizione di fiori sulla pubblica via diventa oggetto di ricorso al Tar dove il Comune viene bacchettato  con un notevole esborso dalle casse comunali. Analogamente  succede con il caso Cotugno.nino musca

19141598_1722116821139307_1490355006_nE intanto la vicenda dell’Area Beni culturali finisce in Tribunale. Sembra essercene abbastanza per aprire un dialogo in consiglio e vagliare la possibilità di cambiare rotta. Niente di tutto questo accade e l’isolamento della maggioranza è quasi totale. Insomma  il tonfo del 2017 è annunciato.  Si arriva alle Amministrative. Tutti avvertono l’esigenza di un nome nuovo e, per un attimo, si ha quasi l’impressione che l’amministrazione uscente non si ripresenti.  I navigati della politica o presunti tali stanno all’erta… Ma il mondo cambia. L’Italia cambia e cambia pure Sinagra. Cresce, valuta, giudica, si propone. A farlo sono i giovani che  si uniscono e,  in un documento, chiedono a Nino Musca, il professore, di rappresentarli. E’ il panico. Anziché avviare con loro un dialogo, prendendo atto della nuova realtà sociale, la vecchia politica, conservatrice e poco lungimirante, si sente insidiata e “attacca su tutta la linea”.19141885_1722117507805905_419656834_n

I ragazzi vengono tacciati di incompetenza  e si cerca di azzerare  la “primavera sinagrese” arrivando a parlare di strumentalizzazione. Si ipotizza la terza lista quando la piazza ne reclama  a gran voce solol due e “radio Agorà” la bolla a priori “Civetta”. I ragazzi però sono determinati, non mollano e Musca accetta la sfida. La sua prima uscita in piazza è un trionfo che cresce giorno dopo giorno. La gente non perde occasione per rimarcare che sta con Musca e la parola Libertà si veste di nuovi significati. Arrivano i comizi e  cade ogni dubbio: Musca farà il sindaco.

La campagna si sposta sui social. Qualcuno pensa bene di attaccare, in una sorta di visione allo specchio, il simbolo di Musca e profetizza che al candidato manchi la terra sotto ai piedi. L’osservazione ovviamente  non ha alcun fondamento e non serve certo essere un acuto osservatore per capirlo. Il risultato è che  l’attuale sindaco si rinvigorisce e l’allusione al teschio diventa ispirazione.

nino musca simboloEsso –  dice con arguzia Musca sarà il “JollY Roger” che inalbererà la corazzata “NuovaMente Sinagra” appena attraccherà al Comune. Domenica “1162 bordate” hanno affondato l’amministrazione Maccora” e sul web si scatena l’ironia. Avevamo bisogno di conoscere un periodo grigio dicono molti ragazzi per apprezzare al meglio il fresco profumo della libertà. Ora la palla passa  a Musca- “Io sono voi e voi siete me” dice. Insieme  si supera tutto.

Enzo Caputo

  • “JollY Roger”

In seguito all’entrata in servizio dei sommergibili nelle varie marine militari del mondo, l’ammiraglio Arthur Wilson, della Royal Navy, riassunse il pensiero di molti esponenti dell’Ammiragliato quando nel 1901 disse che erano “infidi, scorretti e dannatamente non nello stile inglese”. Cercò di convincere anche i suoi colleghi che gli equipaggi dei sottomarini catturati sarebbero dovuti essere trattati come pirati ed impiccati.[1] In risposta, nel settembre 1914 il comandante (e in seguito Sir e ammiraglio) Max Kennedy Horton innalzò la Jolly Roger entrando in porto col suo sommergibile di ritorno da un attacco in cui aveva affondato la corazzata tedesca SMS Hela.[2] Horton si ripeté in ogni altro pattugliamento vittorioso issando ulteriori Jolly Roger fin quando il palo non venne completamente occupato, e a quel punto ordinò di tessere un’unica grande bandiera con dei simboli indicanti il numero delle vittorie riscosse.[2] Altri sommergibilisti lo imitarono con la stessa bandiera ma con sfondo rosso.[3] Questa pratica venne fotografata per la prima volta nel luglio 1916 nel sommergibile HMS

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