Dopo lo “sconcerto politico” che l’ex sindaco Enzo Ippolo ha affidato a un manifesto, un altro “scheggia” irrompe nel clima da guerra fredda della politica paesana.
Arriva infatti un documento politico che caldeggia la candidatura dell’ingegnere Nino Musca, (nuovo alla politica) e che sembra provenire da un po’ tutte le latitudini giovanili e che, per la sua natura trasversale è destinato a scatenare parecchi “rumor” nel mai sopito habitat politico.
La manifestazione di volontà, che sta facendo molto discutere, al di la dei “paradigmi geostrategici” rappresentati è qualcosa che, giocoforza, non mancherà di pesare sulla lista d’opposizione unica all’attuale compagine che l’elettorato grida a gran voce alle orecchie, spesso sorde, dei tanti, troppi papabili che smaniano di calcare la scena che oltre a essere ristretta o pure scivolosa.
I tempi mutano, i giovani mordono il freno, mentre, le “famiglie” con il loro potenziale di voti e la sapiente e forse non disinteressata alchimia, alla fine decidono il primo cittadino magari accoppiando i numeri con il prezioso ausilio di chi ancora crede alla politica “porta a porta”, spinta fin dentro le case sparse dei sobborghi che, seppur non numerose, alla fine possono fare la differenza.
Luci ed ombre di una tessuto sociale che, com’è italico costume, spesso si è completamente disinteressata dei dibattiti, spesso infuocati, in Consiglio comunale, perdendo così contezza e logica su decisioni i cui effetti sono destinati a condizionare pesantemente la vita sociale ed economica della piccola comunità.
Ma partecipazione o meno, nell’aria si respira voglia di unità per sanare le “tre” ferite, (frutto di incomprensioni) tante quante le liste presentate, che la comunità si porta dietro da cinque anni e che, se allora avevano ragion d’essere per via delle diverse congiunture politiche legate all’abbandono del sindaco Gaetano Scarso che non si era ricandidato, oggi appaiono addirittura deleterie stante l’attuale momento politico che non consente al paese di sobbarcarsi tanti rivoletti.
C’è la quella legata all’ex candidato Carmelo Rizzo che ha fatto un passo indietro per non “essere lui il problema”. C’è poi il “pacchetto” dell’indomito Enzo Ioppolo, che sarebbe disponibile a presentarsi se viene richiesta la sua esperienza; così come c’è il silenzio assordante di Leone Agnello, commercialista, già vice sindaco anche lui in corsa alla scorsa tornata. Non manca il gruppo di Enzo Caputo, che seppure apparentemente silente, aspetta solo un “la” degno di essere suonato.
Nell’opposizione consiliare si parla della candidatura di Emanuele Giglia mentre le dichiarazioni di Enzo Franchina lasciano ampio margine reinterpretazione. Non mancano le tante figure politiche che hanno “calcato” nel tempo la stanza dei bottoni con il loro bagaglio che aspetta di essere messo a punto.
E sullo sfondo ci siamo anche noi, i giornalisti, quasi un “unicum” nel microcosmo locale per analizzare, raccontare, a volte tra le righe, consapevoli dell’ingrato compito di fungere da parafulmine in caso di mal di pancia. Insomma c’è di tutto così come tanta congiuntura che, proprio nella sua molteplicità ed eterogeneità, potrebbe trovare paradossalmente nelle divisioni, il catalizzatore ideale per fondersi in un unico soggetto politico a condizione che sia particolarmente attento a valorizzare i meriti di tutti tagliando vezzi e demonizzazione dell’avversario.
Pratica ancor più sconsigliata a Sinagra dove le aggregazioni sembrano durare poche primavere.
Il paese chiede una sana competizione elettorale fatta di democrazia, “onestà disinteressata” e, soprattutto, tolleranza.
Nessuno si illuda di trovare soluzioni nello sfilacciamento politico che inevitabilmente finirà con il determinare la stasi economica in un sistema che si regge sul settore impiegatizio, le opere pubbliche (sempre più striminzite), l’olivicoltura e il noccioleto che rischia il “canto del cigno” suonato dai simpatici animaletti che si è pensato bene di rimpinguare in ossequio all’ecosistema. Fuori dall’ombra, titola il manifesto pro Musca per avere “lustro”.
Ed il lustro sociale, si sa, nasce dalla coralità e dal sapiente uso di pesi e contrappesi politici. Benessere ancor prima di maggioranza e opposizione. Prudenza ancor prima di promesse elettorali. E soprattutto non pensi l’elettorato che le leggi della politica siano superiori a quelle dell’economia.
Enzo Caputo