Per Brolo: Acqua & C….”Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata”

Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata (Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur)

Mentre la maggioranza si dibatte tra presunti rimpasti ed asserite revoche di deleghe, il Paese viene sempre più lasciato in balia degli eventi.

Con l’avvento dell’attuale amministrazione, i brolesi si sono presto abituati all’idea di un declino politico-amministrativo che col passare dei mesi è via via apparso un destino ineluttabile.

D’altronde, chi si preoccupa davvero dei bilanci fermi al 2013? Chi si indigna del mancato rimborso del trasporto scolastico? Oppure di intere zone del paese senza pubblica illuminazione? E degli spazi pubblici senza manutenzione? Oppure della mancanza di segnaletica orizzontale? O ancora delle suggestive “cascate” di contrada Parrazzà?

Insomma la disamministrazione è diventata vicenda consueta.

E così non fa più notizia che il protocollo dell’Ente non sia accessibile per giorni nè che le bollette della Tari vengano recapitate ai cittadini con ritardo.

E ieri persino lo sversamento del Torrente Pozzo con l’allagamento di intere zone del Paese, di tante abitazioni e di numerose attività commerciali è stato catalogato dal Sindaco come mero evento straordinario.

In questo clima di fatalità, di disattenzione alle problematiche del quotidiano, anche quelli concernenti i beni primari, la non potabilità dell’acqua deve essere sembrata al sindaco un evento ordinario. Nessuna diffusione, nessun pubblico avviso ad eccezione dell’albo pretorio on-line. Neppure l’utilizzo della pagina facebook istituzionale.

Ovviamente – ma questo è scontato – nessun accenno alle cause del problema.

Solo una scarna ordinanza che non chiarisce quale utilizzo sia possibile, né contiene indicazioni sulle precauzioni da adottare… sono state diramate “istruzioni per l’uso” dirette a cittadini, esercenti, ristoratori, scuole, case di cura, etc. etc…????

Insomma è diventato normale mettere a rischio persino la salute dei cittadini.

Forse è vero, come diceva Esopo, che “l’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose”.

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