Castel di Lucio – A trent’anni dalle stragi di mafia, i massimi esponenti della legalità intorno ad un tavolo di discussione.

A trent’anni dalle stragi di mafia, in Sicilia il piccolo comune del welcome Castel di Lucio riunisce i massimi esponenti della legalità intorno ad un tavolo di discussione. Occorre lavorare insieme per “estirpare la zizzania” della mafia e far prevalere la società civile e la parte buona della Comunità.

«È stata una giornata di importanza storica per la nostra piccola Comunità, nel ricordo di un grande magistrato, Paolo Borsellino, a cui la nostra Comunità si è legata anni fa con l’intitolazione dell’Aula consiliare. La presenza delle più alte cariche istituzionali, in un territorio marginale come il nostro, ci ha ricordato che lo Stato è vicino e che ci chiede di fare la nostra parte per l’affermazione dei principi di legalità. Abbiamo sempre da imparare da chi ha sacrificato la propria vita per le Istituzioni e che poi è stato vittima della mafia ma anche di parti deviate dello stesso Stato, tanto che ancora oggi non si è potuto fare piena luce su quelle stragi. Si tratta ancora di ferite aperte e sanguinanti come testimonia la mancata presenza dei familiari di Borsellino dalle celebrazioni del trentennale».

Così il Sindaco di Castel di Lucio, Giuseppe Nobile, piccolo comune del welcome dei Nebrodi, in provincia di Messina, durante il tavolo di confronto dal titolo A trent’anni dalle stragi di mafia, svoltosi ieri pomeriggio.

Nell’Aula consiliare in cui spicca la lapide dedicata al magistrato Paolo Borsellino, il Presidente del Consiglio comunale, Soccorso Stimolo, ha introdotto i saluti del Sindaco Nobile, del Parroco Don Carmelo Lipari e degli altri Sindaci presenti: Sebastiano Sanzarello, Sindaco di Mistretta e Mimmo Ruffino, Sindaco di Pettineo.

Pippo Scandurra, Vicepresidente dell’Associazione Antiracket SOS Impresa che ha sottolineato il sostegno dato all’imprenditore Michelangelo Mammana che con le sue dichiarazioni ha consentito di contribuire all’azione investigativa dell’operazione Alastra che vede imputate 25 persone.

In questa operazione antimafia un ruolo importante lo hanno svolto sia l’Amministrazione Comunale di Castel di Lucio – che non ha esitato a costituirsi parte civile e a schierarsi con l’imprenditore – sia tutta la Comunità castelluccese.

Il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Patti, Angelo Cavallo, ha ricordato le importanti operazioni antimafia in questi anni svolte sui Nebrodi ed ha evidenziato che esponenti di spicco condannati per la strage di Capaci (ad esempio Pietro Rampulla, l’artificiere dell’attentato) sono originari di questo territorio.

Per questa ragione – ha detto il Procuratore – occorre lavorare con la magistratura per estirpare la zizzania presente e far prevalere la società civile e la parte buona della Comunità.

Il Presidente del Tribunale, Mario Samperi, apprezzando l’iniziativa proposta dall’Amministrazione di Castel di Lucio, ha poi risposto alle specifiche richieste dei Sindaci che hanno lamentato la distanza degli Uffici giudiziari dal territorio dopo la Chiusura del Tribunale di Mistretta

Samperi ha evidenziato il grande sforzo compiuto per tentare di ridurre le distanze e per assicurare una giustizia più celere anche grazie al processo telematico ed ha chiesto, anzi, ai Sindaci di indicare dei percorsi specifici per migliorare i servizi e di adoperarsi affinché negli Uffici comunali ci siano più Assistenti sociali capaci di relazionare e di fare prevenzione sui fenomeni di conflittualità familiari oramai balzati prepotentemente al primo posto nelle pagine di cronaca nera.

Presenti anche tutti i rappresentanti delle Forze dell’Ordine del territorio: il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Mistretta, Francesco Marino; il Dirigente Carmelo Alioto del Commissariato di Polizia dello Stato di Capo D’Orlando; i rappresentanti della Tenenza della Guardia di Finanza di Sant’Agata Militello ed il Maresciallo Antonio Mammana del Distaccamento di Tusa.

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