Sinagra – Sabato 7 agosto “I Segreti Del Borgo”. Un viaggio tra storia, cultura e gastronomia

L’iniziativa culturale patrocinata dall’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che si sovlgerà il prosimo 7 agosto, ha la finalità di raccontare la storia del territorio interrogando i “reperti” .

I ruderi del Castello Bizantino – Normanno dominano il tessuto rurale medievale, custodi dei “segreti del borgo”, alcuni dei quali legati ai monumenti storici e alla gastronomia. Sovente le vicissitudini di un popolo, oltre alle fonti scritte, sono arricchite dalla tradizione orale, che riporta sempre una traccia di verità, che va ricercata nei reperti che, man mano, affiorano nel territorio e che “parlano” da soli.

Nel caso dell’idea progettuale proposta, ed accolta con attenzione dell’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Alberto Samonà, a raccontare sono la fiumara, la vegetazione, le rocce che ne fanno parte, i manufatti, le fortificazioni, i luoghi di culto, l’architettura e sopratutto la gastronomia.

Parliamo spesso di valorizzazione del territorio, di promozione delle bellezze storico – naturalistiche, gastronomiche e, molte volte, focalizziamo anche l’attenzione sul turismo verde, sostiene l’assessore Marzia Mancuso, che ha la delega alla cultura e che ha promosso l’evento.

“il piturro”  e “il biancomangiare”

Ed è con questo spirito che va seguito il tracciato storico, artistico, naturalistico, religioso e sociale, dell’evento in questione, attraverso il  racconto della storia del borgo sinagrese e delle vicende del territorio, con un progetto illuminotecnico per la  valorizzazione dei monumenti,  di incomparabile bellezza che fa da contorno a un prestigioso tavolo tematico e uno show cooking per far conoscere i sapori genuini della tradizione: “il piturro”  e “il biancomangiare”, realizzati con i prodotti tipici del territorio, che ben rappresentano l’abilità delle mani laboriose delle massaie, che sapientemente legavano i prodotti della terra ai bisogni delle famiglie.

Il “piturru sinarisi”, oggi è sempre più ricercato dai buongustai ed è stata rivalutato, in tutte le trattorie locali, come specialità dell’antica gastronomia sinagrese.

Per risalire alle origini del “piturru” bisogna aprire una finestra sulla storia millenaria della Sicilia e avere una precisa visione del contesto socio-economico e culturale in cui il popolo siciliano è vissuto per centinaia di anni.

Tra il periodo che va dalla caduta dell’impero romano d’occidente (476 a.c.) ai primi anni 50 del XX secolo (Riforma agraria), in Sicilia si sono sviluppati i latifondi che hanno determinato una smisurata ricchezza per una ristrettissima casta di grandi proprietari terrieri e una miseria estrema per la numerosa restante parte del popolo dei senza terra, costretta agli espedienti più mortificanti per poter sopravvivere.

E’ proprio in questo desolante contesto di povertà e miseria che si colloca la nascita del “piturru”, come concetto gastronomico basato sull’ utilizzare tutto e non far perdere nulla. Inoltre, oggi, nonostante questa teoria sia stata capovolta dal consumismo dilagante, la tradizione del “piturru” resta saldamente acquisita ed è un valore aggiunto al nostro patrimonio culturale sinagrese.

Il “Biancomangiare” indicato già nel medioevo come un piatto caratterizzato dalla presenza di ingredienti di colore bianco, considerato simbolo di purezza. Era destinato ai ricchi e si contrapponeva al piturro.

Poteva trovarsi sia dolce che salato; e per prepararlo venivano utilizzati latte, lardo, petto di pollo, mandorle, riso. Nel tempo, questo piatto si è trasformato in un vero e proprio dolce, comunemente usato nella cucina sinagrese.

Le iniziative di cui sopra saranno realizzate nel rispetto delle misure di contenimento dell’epidemia Covid 19. L’accesso è consentito ai solo possessori di green pass.

Fonte: scomunicando.it

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