Brolo – Comprensivo: didattica laboratoriale, il bello di essere primi

Vi ricordate, un anno fa una maestra, riciclando delle semplicissime vaschette dove si confezionano le carote, ha creato dei biotopi terrestri, con i quali i suoi piccolissimi alunni della scuola primaria hanno potuto osservare e studiare le lumache, in un processo lento che si rifà alla pedagogia della lumaca del compianto e mai dimenticato Gianfranco Zavalloni.

Una maestra così innamorata della didattica laboratoriale che, per insegnare, indossa un grembiule, come i suoi piccoli alunni che adora.

Succede che in una grigia e piovosa giornata d’inverno, come dirigente scolastico, ho acquistato un kit ozobot per avviare un processo di sviluppo  di robotica educativa nell’istituto.

      Per caso, come succede in tante cose nella vita, quando è arrivato il primo campione del Kit per la scuola dell’infanzia, si trovava a passare dalla dirigenza la maestra Stancampiano Marina, che con l’entusiasmo che la contraddistingue, e quel sorriso che neanche i momenti difficili della vita sono riusciti a spegnere, è rimasta folgorata dal piccolissimo robot, così piccolo da entrare nel palmo di una mano.

Eppure, come sempre succede, dalle piccole cose nascono grandi cose. Con impegno, e nel silenzio della sua aula, lei ed i suoi alunni sono riusciti ad apprendere i segreti di base della robotica che, si sa,  una volta appresi aprono scenari di apprendimento pressappoco infiniti.

Dopotutto lei è una maestra con un animo così buono che, aiutando sempre senza riserve, e senza mai chiedere nulla, la sua collega di classe, è diventata una seconda figlia per quest’ultima, quella stessa figlia che ormai non c’è più.

Rapporti umani che nascono e che non si sviluppano per caso, ma seguono un disegno che a volte non riusciamo a capire, e solo dopo che lo abbiamo vissuto ci rendiamo conto della sua grandezza.

Eppure questo è il bello del mondo della scuola, talvolta apparentemente freddo e distaccato ma che nasconde al suo interno tantissime relazioni straordinarie.

Da quel piccolo kit, con quel robot che stava nel palmo di una mano, la maestra Marina è riuscita, a sviluppare tantissime unità di apprendimento per la gioia dei suoi bimbi, gli stessi che erano partiti dallo studio dei biotopi terrestri e di un animaletto simpatico ed affascinante come la lumaca, con le sue corna e con la casa che si porta dietro.

In fondo la lumaca è un animaletto che tanto ha affascinato piccoli e grandi al punto da  ispirare capolavori, come il bellissimo libro di Luis Sepúlveda, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, nel quale, attraverso una lumaca, l’autore mostra che se si vuole si può cambiare ed uscire fuori dall’ordinario, quello che paradossalmente sta succedendo all’istituto comprensivo di Brolo.

Dallo studio del mondo e della vita delle lumache, quindi, i suoi bambini, in una scuola dove i sorrisi hanno lasciato il posto alle mascherine e dove piccoli occhi ti guardano disorientati e in cerca di amore, la maestra è riuscita ad entusiasmare ed ad entusiasmarsi, riuscendo a far acquisire ai suoi alunni le prime competenze di base della robotica e della programmazione, con il conseguente sviluppo del pensiero computazionale.

Un processo che, a pensarci bene data la tenera età, ha dello straordinario, certo i robot affascinano grandi e bambini così come sono collegati a quel mondo ludico che è quello dell’infanzia.
Se poi penso alla sua difficoltà nel documentare quanto realizzato con foto e i video, comprendo quanto è immensa la grandezza delle anime umili.

Il bello di essere primi, una frase detta e ridetta tantissime volte e mai capita, forse, fino in fondo, che ha un solo significato per noi, ovvero riappropriarci di quello spirito di esplorazione che ha contraddistinto e  caratterizza da sempre chi ha cambiato, con l’entusiasmo della scoperta,  il mondo.

Un grosso grazie alla maestra Marina Stancampiano e a tutte le sue colleghe silenziose, umili e laboriose, per farci ancora sognare, nonostante la scuola sia oggi chiusa a causa di una povera bambina che ha contratto questo terribile virus.

L’Istituto Comprensivo di Brolo oggi, dopo solo due anni, non è più solo una scuola, ma un luogo dove crescere insieme e scoprire il bello di fare tantissime cose nuove, sicuramente oggi sempre più Avanguardia Educativa, ma con il sorriso della nostra umile e immensa maestra Marina.

Bruno Lorenzo Castrovinci 

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