Castell’Umberto – Sospetti casi variante Covid-19. Il sindaco fate come se fosse zona rossa

Nel paesino nebroideo è allarme Covid 19. A lanciarlo, con una diretta facebook, è stato il sindaco Vincenzo Lionetto Civa dopo che il commissario per l’emergenza Covid di Messina aveva segnalato, nel comune umbertino, due casi di sospetta variante covid (per i quali, seguendo la filiera dei contatti, pare ci siano un bel po di persone in isolamento fiduciario) Casi che, ovviamente dovranno, essere verificati con nuovi accertamenti diagnostici.
Intanto, Lionetto, ha già adottato i primi provvedimenti disponendo, d’intesa con la dirigente scolastica, l’immediata chiusura, fino a mercoledì, di tutte le scuole e degli edifici e uffici comunali che saranno inoltre sanificati, dalla ditta Onofaro di Naso, assieme agli automezzi utilizzati per il trasporto degli alunni sia per le corse interne che esterne.
I provvedimenti amministrativi sono stati accompagnati da un accorato appello alla cittadinanza invitata alla prudenza e alla stretta osservanza delle misure sanitarie connesse.
Rischiamo la zona rossa – ha sostanzialmente detto il primo cittadino – perché un ulteriore aumento di casi sospetti di varianti del Covi 2, che, nello specifico, non risultando circoscritti all’interno di un nucleo familiare, pongono tutte le condizioni affinché si arrivi a tanto.
Le varianti, ha aggiunto, sono fuori da un controllo di studio, addirittura fuori da un’ipotesi di vaccinazione. Non ho il potere di chiudere tutto ma chiedo che, nella mente di ognuno di voi, scatti, la zona rossa. Dobbiamo farlo per noi, per i nostri cari e anche per le comunità circostanti.
Zona rossa nella mente delle persone? È più facile a dirsi che a farsi perché, purtroppo, c’è ancora chi pensa che il problema non esiste e trova il modo di eludere divieti e precauzioni considerando persino l’uso della semplice mascherina, un inutile orpello se non addirittura un modo di essere fico.
Capita infatti di vedere, assieme ai tanti giovani rispettosi delle regole, anche chi, magari spavaldamente, ne fa a meno come se il virus fosse “tipo” da fare sconti e senza pensare che a pagarne le conseguenze possono essere le persone anziane, magari quelle stesse che, nell’asfittica economia nebroidea, contribuiscono con le pensioni a far girare l’economia.
Quando si dice segare il ramo sul quale si sta seduti. E che dire delle file vergognose all’Ufficio Postale dove la gente, con ogni condizione climatica, è costretta a rimanere fuori per ore quando sarebbe bastato, per risolvere l’inconveniente, l’installazione di una semplice macchinetta con i numerini, posto anche il fatto che, a volte, dei due sportelli al pubblico, uno rimane chiuso e non bastano “i miracoli” dell’impiegato costretto a dividersi tra i servizi all’utenza e i compiti d’istituto.
Per non parlare delle “zone grige” sempre pronte ad annidarsi, ma è un problema di tutto il “Paese Italia”, dietro ogni evento, compleanno, tradizione o ricorrenza e, finanche nei trapassi dove, usi e costumi sembrano fare a pugni con la prevenzione senza contare chi sembra dilettarsi a soffiare sul fuoco.
E poi ci sono loro, i Social, quasi una “bolgia infernale”, spesso fuori controllo, dove “menti raffinate” si sperticano nel dire che la pandemia è tutta un’invenzione e che, di covid, si muore poco e solo se anziani; come se l’essere avanti negli anni sia un valido motivo per rendere l’anima a Dio o al diavolo.
Intanto i locali carabinieri hanno intensificato i controlli sul territorio e non si può fare a meno di pensare che, di fronte a un nemico invisibile e subdolo, l’autoregolamentazione, più che l’azione coercitiva e di controllo, dovrebbe essere alla base di ogni comportamento individuale.
Enzo Caputo
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