Quest’anno, causa coronavirus, le celebrazioni per gli anniversari di fondazione della Repubblica (2 Giugno) e del Corpo di Sanità Militare (4 Giugno) si sono svolte in “forma statica” ossia senza pubblico se non quello strettamente necessario per la deposizione della Corona d’alloro al Monumento ai Caduti e per la presenza del Gonfalone della Città di Messina decorato di Medaglia d’oro al V.M..
Tuttavia il pensiero può andare al passato.
Un anno, a Roma, di fronte allo sfilamento dei paracadutisti è venuto alla memoria quello che i parà della R.S.I. hanno fatto per la cosiddetta “Battaglia per Roma” al fianco degli Alleati tedeschi. Il 12° Battaglione al comando del Magg. Mario Rizzatti e il 3° Battaglione al comando del Cap. Edoardo Sala, entrambi della Divisione “Nembo” si spostarono rispettivamente dalla Sardegna e dalla Calabria e dopo l’addestramento a Spoleto vennero dispiegati su una vasta area che andava dal mare fino ai Colli Albani.
Ad essi si aggiunse il Battaglione “Folgore” del Reggimento Arditi Paracadutisti. Tutti, anche se giovanissimi, combatterono eroicamente contro due Divisioni inglesi e due americane che avevano iniziato l’attacco contro Roma. Numerosi gli episodi di valore fra cui quello nel quale i paracadutisti riescono a prendere prigionieri i soldati americani di una intera Compagnia del 157° Reggimento che non riescono a credere di trovarsi di fronte a militari italiani: A Castel di Decima l’episodio più eclatante: i paracadutisti del Magg. Rizzatti riescono a bloccare, contrattaccando, l’avanzata degli Sherman del 46° Royal Tank Regiment ossia un’intera Brigata inglese che è costretta a ripiegare. L’eroica azione costò molte vite fra cui quella del Magg. Rizzatti “ ductor bello strenuissimo ad Urbem defendendam “ cui venne concessa dal Governo della R.S.I. la medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria.
L’assalto a bombe a mano di Rizzatti diede la possibilità al Cap. Sala di attaccare e bloccare con un Panzerfaust la colonna corazzata nemica. La partecipazione italiana con un reparto organico in armi e sotto bandiera nazionale, in quanto facente parte del neo-costituito esercito della R.S.I., stupì i camerati germanici che si dovettero ricredere sui nostri soldati. Numerose furono le medaglie al Valor Militare concesse ai Labari dei Battaglioni e alla Bandiera del 1° Rgt. “Folgore”. Altrettanto numerose le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo concesse ai singoli paracadutisti nonché Croci di guerra e Promozioni per merito di guerra. Anche da parte tedesca arrivarono I Croce di ferro di prima classe e 25 Croci di seconda classe.
La Sanità Militare, di cui ricorre il 187° anniversario di fondazione, nella sua lunga storia annovera fatti e personaggi di notevole rilievo. Il Presidente della Sezione ANSMI di Messina, Gr.Uff.Dr. Angelo Petrungaro, nella suddetta ricorrenza ha voluto ricordare i siciliani ufficiali medici cui è intitolata la Sezione: Il Cap. Med. Giuseppe Catalano e il Cap.di Vascello medico Giuseppe Fogliani rispettivamente classe 1893 e classe 1906.
Laureatosi il primo nel 1917 dopo aver frequentato quella Facoltà di Medicina e Chirurgia in zona di guerra chiamata Università castrense, una volta nominato S.Ten. medico ebbe la responsabilità dell’Ospedale da campo durante la ritirata di Caporetto. Nel 1918 affrontò con grande professionalità la pandemia della cosiddetta “spagnola” che si chiamò così non perché nacque nella regione iberica, ma perché la Spagna, essendo un paese neutrale, si poté accollare la notizia di una malattia contagiosa che si originò in uno degli Stati degli USA, paese però in guerra quindi obbligato alla censura ossia a nascondere la notizia. Così il contagio si diffuse fino all’Europa e la Spagna ebbe il coraggio di dare la notizia. Il dottore Catalano durante il Fascismo fu Federale a Messina e a lui si deve la ricostruzione della città. Fu componente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e nel 1943 fu Commissario straordinario al Comune di Messina.
Laureatosi il dottore Giuseppe Fogliani presso l’Università “Federico II” di Napoli il 30 Giugno 1932, adempì subito gli obblighi di leva. Dopo aver frequentato il Corso Allievi Ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno, fu alla Regia Scuola di Sanità Marittima divenendo Ufficiale Medico nel Corpo Sanitario Militare Marittimo. La prima destinazione fu l’Ospedale militare di Pola, in Istria, dove avevano sede le scuole CREM (Corpo Reali Equipaggi di Marina).
In campo civile durante il Fascismo fu il medico dell’ ONB (Opera Nazionale Balilla) poi trasformata in GIL (Gioventù Italiana del Littorio).
A Roma frequentò un Corso di perfezionamento in Malattie Respiratorie presso l’Istituto “Benito Mussolini” in seguito chiamato “Forlanini”.
Nell’Agosto del 1939 il dottore Fogliani fu richiamato alle armi e fu inviato subito all’Ospedale Militare di Taranto e dopo al Comando Marina di Palermo, infine fu all’Ospedale Militare della Marina di Messina, il “Regina Margherita”.
Avendo conseguito la Specializzazione in Tisiologia presso l’Università degli Studi di Roma, si occupò dell’Ospedale Militare sanatoriale allestito a Campo Italia sui Colli S. Rizzo. Per aver brillantemente operato in servizio ricevette la Croce di Guerra al Valor Militare.
La Sanità Militare si è sempre distinta per la missione altamente umana caratterizzata dall’abnegazione e dallo zelo nell’assistenza agli infermi. Essa ha dato il suo contributo in uomini e mezzi anche nell’attuale pandemia di coronavirus.
Infine il Presidente ha ricordato l’infaticabile Infermiera signora Siligato Flora che ha ottenuto un meritato riconoscimento di cui tuttora si fregia.
Dr. Angelo Petrungaro