La massiccia ed insostenibile presenza dei ghiri, ha reso ancora più grave la situazione economica del paese, adesso alla protesta degli agricoltori si aggiungono i residenti


Un problema che sta superando il confine dei noccioleti e che ormai riguarda tutto il comparto ortifrutticolo. I ghiri, a guardarli, possono sembrare un po’ teneri, quasi buffi, un po’ come i personaggi mattacchioni dei cartoni animati. Ma si divorano tutto ciò di cui possono nutrirsi, dalle fragole ai pomodori, dalle patate alle mele, e persino mobili e suppellettili delle abitazioni di campagna, agli occhi degli agricoltori, che da anni non riescono a raccogliere i frutti dei propri alberi, i ghiri hanno il volto della distruzione.
Sono cresciuti numericamente a dismisura nel territorio compreso tra Tortorici e Roccella Valdemone, passando per Sinagra e Ucria e, seppure prediligano le nocciole, quale alimento base della loro dieta, questi piccoli roditori che rientrano tra le specie animali protette sono diventati tanti, troppi e non risparmiano più nulla. I coltivatori dei Nebrodi hanno sempre accettato di condividere parte dei loro prodotti con gli animali del bosco, ma quando il danno raggiunge il 90 o il 100 per cento del raccolto, la faccenda supera la semplice coesistenza delle specie e la tutela dell’ecosistema dei boschi dei Nebrodi e diventa una questione di sopravvivenza.
Rabbia, nei loro racconti, la disperazione per i mancati guadagni e la frustrazione per richieste rimaste inascoltate per anni dalla politica, dalle istituzioni. Se uccidere un ghiro costituisce, infatti, un reato penale, gli agricoltori chiedono soluzioni per la tutela della loro unica fonte di reddito.
I ghiri invadono anche alcune case ad Ucria «Banchettano nelle nostre cucine» dichiara un residente” di notte li sentiamo scorrazzare nel sottotetto, alcuni prorietari hanno scoperto i piccoli roditori anche in cucina mentre stavano mangiando con la frutta lasciata in un vassoio sulla tavola; altri hanno trovato persino le provole, appese a stagionare negli scantinati, mordicchiate da questi esserini.
E mentre si attendono risposte dai vertici regionali, e si dibatte sulle possibili soluzioni da adottare, tra quell e proposte da animalisti, ambientalisti, tecnici e agricoltori, i ghiri, con la loro aria un po’ buffa e gli occhietti teneri, si godono l’annata più abbondante degli ultimi vent’anni.