Sinagra – Due autogrù recuperano il bus dal burrone. Autista eroe ha evitato la tragedia!

E se l’incidente non si è trasformato in tragedia lo si deve proprio a lui che, vedendo l’automezzo in difficoltà – raccontano alcuni gitanti- ha mantenuto il sangue freddo, ha invitato a scendere i passeggeri (non tutti però lo hanno fatto) e, disincagliata la “macchina”, è subito risalito a bordo, non appena ha visto i primi segnali di pericolo finendo lui stesso nella scarpata
E’ stato recuperato oggi il pullman finito domenica mattina in una scarpata proprio all’innesto con la SS 116 della provinciale Sinagra- Limari. Le operazioni si sono protratte per l’intera giornata e hanno visto impegnate ben due enormi carri gru provenienti da Gliaca di Piraino (Ditta Faranda) con il supporto dei colleghi di  Barcellona Pozzo di Gotto.
Tirare fuori dal canalone, nel quale era finito, il pesante automezzo, non è stato facile e c’è voluta tutta la bravura degli operatori per evitare la rottura del telaio, alzato e trascinato tra le asperità del terreno e i numerosi alberi di nocciuolo.
 
Alla fine il recupero è andato a buon fine tanto che è stato possibile mettere in moto l’automezzo che, si fa per dire, ha affrontato il viaggio di ritorno lungo la ripida discesa verso Sinagra sulle sue gambe, pardon ruote anche se “guardato a vista dai camion gru che lo hanno stretto nel mezzo pronti, il primo a fare da scudo, a trattenerlo con un cavo d’acciaio il secondo.
Ne si poteva fare altrimenti perché i ripidi tornanti non permettono certo il traino rigido a rimorchio visto che sarebbe diventato lungo almeno 25/28 metri. E intanto c’è chi, completamente digiuno della materia, magari dietro una tastiera, si lascia andare a considerazioni che non meriterebbero spazio se non fosse per il fatto che “piovano sul bagnato”. E già, avanzare dubbi sulla professionalità del conducente dovrebbe essere lecito solo a chi è stato sui luoghi e li conosce.
E se l’incidente non si è trasformato in tragedia lo si deve proprio a lui che, vedendo l’automezzo in difficoltà – raccontano alcuni gitanti- ha mantenuto il sangue freddo, ha invitato a scendere i passeggeri (non tutti però lo hanno fatto) e, disincagliata la “macchina”, è subito risalito a bordo, non appena ha visto i primi segnali di pericolo finendo lui stesso nella scarpata.
Manco a dirlo i “lavori” hanno scompaginato il terreno e atterrato tutte le piante mentre per il palo in cemento della luce ci aveva già “pensato” la corriera. L’incidente però qualche interrogativo lo pone a partire dai montanti del guardrail che forse potevano essere infissi più profondamente ed offrire così maggiore resistenza visto che in passato sono stati divelti pure dalle autovetture.
Enzo Caputo
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