Brolo – La Lega alla regione: Carmelo Arena scrive una lettera a Musumeci “una frustrazione mi avvolge da circa due giorni”

Dopo la decisione del presidente della Regione Nello Musumeci di fare entrare nella sua giunta regionale di un componente della Lega, un giovane brolese residente a Piraino nel messinese, Carmelo Arena, prende carta e penna e scrive al governatore della Sicilia, rimostrando la sua delusione per questa scelta…
” Presumo che tale circostanza derivi principalmente da due fattori…..
… In questa alternanza di governi regionali succedutosi nell’ultimo ventennio, ho notato una tendenza da parte di tutte le forze politiche ad avviare dei rimpasti di governo più per esigenze legate al potere di rappresentanza di una corrente interna al partito piuttosto che per migliorare la qualità dell’azione di governo. Per chi come il sottoscritto, intende la politica come massima espressione dei propri ideali è difficile assistere senza sdegno a questi teatrini; allo stesso tempo mi rendo conto che talvolta, per quanto difficile da capire, la politica è fatta di compromessi che non sempre vanno in sintonia con le vere esigenze della gente….
…..Il secondo aspetto, forse riguarda più una valutazione di carattere nazionale, che tuttavia negli ultimi mesi è prepotentemente diventata centrale anche nella dialettica e nelle opinioni della politica regionale. Per esempio, trovo devastante l’impoverimento del dibattito politico da argomentazioni ben strutturate ed utili ad arricchire il giudizio dell’opinione pubblica, verso l’utilizzo di «slogan» mirati a risvegliare sentimenti d’odio e ad illudere la gente che dinnanzi a problemi complessi esistano delle soluzioni semplici.
La lettera integrale spedita al governatore della Sicilia

Egr. Presidente Nello Musumeci,
sono un siciliano qualunque che Le scrive la presente email al fine di condividere una frustrazione che mi avvolge da circa due giorni.
Le faccio una premessa: pur non essendomi mai tesserato ad alcun partito, la politica regionale l’ho sempre seguita con particolare interesse anche se in quest’ultimo periodo, ammetto di aver sviluppato un sentimento di disaffezione verso tutte le forze politiche che mi porta ad esprimere dei giudizi più da osservatore piuttosto che da sostenitore.

Presumo che tale circostanza derivi principalmente da due fattori:
– In questa alternanza di governi regionali succedutosi nell’ultimo ventennio, ho notato una tendenza da parte di tutte le forze politiche ad avviare dei rimpasti di governo più per esigenze legate al potere di rappresentanza di una corrente interna al partito piuttosto che per migliorare la qualità dell’azione di governo. Per chi come il sottoscritto, intende la politica come massima espressione dei propri ideali è difficile assistere senza sdegno a questi teatrini; allo stesso tempo mi rendo conto che talvolta, per quanto difficile da capire, la politica è fatta di compromessi che non sempre vanno in sintonia con le vere esigenze della gente.

– Il secondo aspetto, forse riguarda più una valutazione di carattere nazionale, che tuttavia negli ultimi mesi è prepotentemente diventata centrale anche nella dialettica e nelle opinioni della politica regionale. Per esempio, trovo devastante l’impoverimento del dibattito politico da argomentazioni ben strutturate ed utili ad arricchire il giudizio dell’opinione pubblica, verso l’utilizzo di “slogan” mirati a risvegliare sentimenti d’odio e ad illudere la gente che dinnanzi a problemi complessi esistano delle soluzioni semplici. Però si sa, ognuno la politica la interpreta in senso strettamente personale, quindi anche in questo caso, certamente non posso pretendere che gli altri abbiano la mia stessa visione.

Come Le dicevo, il mio è un sentimento di disaffezione nei confronti della politica, che comunque ci tengo a sottolineare, non ha nulla a che vedere con il legame e l’amore che provo nei confronti della Nostra Terra.
In questi ultimi anni per esigenze puramente lavorative, come tanti altri nostri conterranei, sono stato costretto a prendere delle decisioni che mi hanno portato a vivere lontano dalla Sicilia per diversi mesi. Per me è stata un’occasione per crescere in maniera ulteriore, ma soprattutto per farmi comprendere come agli occhi dei nostri connazionali, noi Siciliani siamo visti come un popolo che possiede delle straordinarie qualità: il calore della gente, l’accoglienza, la bontà, il coraggio di lasciare la propria terra con la speranza che un giorno ci si possa ritornare.
Guardi, sono dei fattori che spesso diamo per scontati e di cui non ci rendiamo conto, ma non è assolutamente da tutti avere queste qualità.

Arrivo al dunque Presidente.

Ritengo che un’altra grandissima nostra qualità, sia quella di riuscire ad attutire i colpi bassi, come quelli che ad esempio abbiamo subito dalla storia con la famosa questione meridionale; difatti l’odio e le discriminazioni di cui siamo stati oggetto fino a qualche anno fa, non hanno minimamente scalfito i sentimenti di accoglienza e fiducia che mostriamo quasi puntualmente nei confronti del prossimo. Agli occhi dei nostri connazionali, quest’ultimo elemento viene interpretato come una vera e propria SICILIANITA’.

Gentile Presidente, ho un profondo rispetto per tutte le Istituzioni e chiaramente anche per la funzione da Lei ricoperta. Con la nomina di un Leghista a capo dell’ “Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana”, in maniera molto pericolosa sta anteponendo un compromesso politico con il sentimento che ogni cittadino prova per questa terra.

Molti di noi, non possono in alcun modo accettare che in rappresentanza di un ruolo che richiami alla nostra identità, alla nostra cultura ed al nostro modo di essere, ci sia un rappresentante appartenente ad una forza politica che fino a qualche anno fa sputava odio nei nostri confronti. Sono dei valori che non ci appartengono e che vanno ben oltre la politica!

Caro Presidente, la prego di mettere da parte i compromessi politici e di rivedere la Sua decisione.
Se ciò non dovesse avvenire si renderà responsabile di un atto politicamente legittimo, ma moralmente offensivo della dignità di un sentimento: il senso di appartenenza a questa Terra.

Cordialmente
Carmelo Arena

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