Brolo – L’onorevole Nino Germanà condannato per diffamazione

L’onorevole brolese nazionale di Forza Italia, Nino  Germanà,  è stato condannato a 3000 euro di multa per il reato di diffamazione oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni in separata sede alle parti civili costituite. A stabilirlo il giudice monocratico del tribunale di Patti Eleonora Vona.

I fatti risalgono a cinque anni anni, nel periodo della campagna elettorale del 2014 per le amministrative di Brolo.

Durante il comizio dell’allora candidato a sindaco, Mimmo Magistro, Nino Germanà, affacciandosi dal balcone di casa, che si affaccia sulla Piazza Roma del centro tirrenico, interruppe l’avversario politico, gridando all’indirizzo dell’ avvocato Magistro e dei componenti della lista “Per Brolo” frasi giudicate offensive e diffamatorie.

Le stesse frasi succesivamente vennero poi condivise sulla bacheca Facebook del parlamentare.

Germanà dovrà anche pagare le spese di costituzione e difesa delle parti civili, conteggiati in 1.710 euro a testa riferentesi a Ada Agnello, Manuel Agnello, Giuseppe Aricò, Cono Condipodero, Dario Condipodero, Franca Ferraro, Tindara Fioravanti, Valentina Lenzo, Domenico Magistro, Basilio Murabito, Linda Piscioneri, Cono Giuseppe Ricciardo, Francesca Ricciardo e Carmelo Ziino.

Nel processo è prevalsa la tesi difensiva dell’avvocato Sabrina Ligato, che ha sostenuto come le frasi non potevano rientrare nel diritto di critica politica ma sono di alto contenuto ingiurioso e diffamatorio.

L’onorevole Nino Germana’ è stato difeso dall’avvocato Massimiliano Fabio e Giuseppe Mancuso.

Per le parti civili difensori  anche  gli avvocati Sabrina Ligato, Rosa Saturno,  Lucio Fonti Castelbonesi, Rosario Condipodaro e Antonella Sicilia.

Sulla vicenda in redazione è giunta la nota dell’onorevole Nino Germanà, che pubblichiamo integralmente.  

“Da uomo delle istituzioni ho profondo rispetto della magistratura e delle sentenza che vengono emesse in nome del popolo italiano. Sono sicuro che se la vicenda fosse stata giudicata in nome del popolo brolese sarei stato assolto con formula piena perché la nostra gente conosce fatti e persone. Essendo un giudicato di primo grado farò appello per fare valere le mie ragioni”.

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