Regione & Castell’Umberto – Sulla norma “salva province” lo sfogo amaro del sindaco Enzo Lionetto

La notizia che la Regione apre alla definizione di una norma “salva province”, al termine dell’incontro dei giorni scorsi tra i sindacati e l’assessore regionale all’economia Gaetano Armao, non è andata giù al combattivo sindaco del centro nebroideo, Enzo Lionetto, che in questi anni, si è sempre battuto per dare respiro all’area tirrenica – nebroidea.

Infatti, proprio il primo cittadino umbertino che abbiamo intervistato ci spiega che “da anni in questi territori ” perduti” di periferia “gridiamo” sulla problematica Area Metropolitana. Siamo stati inascoltati. Le ex Province oggi Aree Metropolitane e Consorzi sono ferme da quattro anni, paralizzati da commissariamenti solo di rappresentanza. Un anno e mezzo fa, 11 Agosto 2017, l’Assemblea Regionale Siciliana approva la legge n.17 sull’elezione del Consiglio Metropolitano e del Sindaco Metropolitano. L’allora governo Renzi rinvia tutto alla Corte Costituzionale affermando che la Delrio (legge quadro nazionale sulle Province) va applicata su tutto il territorio nazionale. La Corte Costituzionale con la sentenza n.168/2,018 del 23 luglio 2018 boccia la legge regionale, nonostante la forte difesa del governo Musumeci, umiliando e calpestando lo Statuto Siciliano (Statuto Speciale).

assessore regionale all’economia Gaetano Armao

Sindaco sulla legge cosa ne pensa?  Rispondo dicendo che va applicata su tutto il territorio nazionale. Azzerata la legge regionale si poteva e si doveva andare a votare, certo con una brutta legge ma occorreva farlo per colmare un vuoto democratico/istituzionale ed uscire intanto dalla paralisi. Oggi, siamo a febbraio 2019 sono passati sette mesi il governo regionale afferma che voteremo a giugno prossimo con insediamento a settembre, operativi il prossimo inverno. Abbiamo perso 18 mesi. I problemi sono diventati drammatici. “Stamattina, (ieri per chi legge) continua Lionetto tutto di un fiato, abbastanza amareggiato “leggo sui giornali in prima pagina ed in cronaca a tutta pagina che si grida all’emergenza. Siamo stati inascoltati dal Palazzo, anzi spesso accusati di esseri litigiosi o ancor peggio, fino a ieri ancora qualcuno diceva occorre dialogare. Certo ma forse anche agire. Le soluzioni? Sommessamente, timidamente ed aggiungerei, forse, ingenuamente credo che anche in questa circostanza se vogliamo ridare dignità o come qualcuno afferma non ammettere il fallimento della politica”.

Tanti sindaci che dopo incontri ed incontri sembra che siete sulla stessa linea. Cosa si potrebbe fare?

Rispondo e chiudo dicendo che due sono le soluzioni: elezioni subito degli organi di rappresentanza o se volete, in attesa delle amministrative di Aprile, che diano una maggiore rappresentatività, nominare commissari con poteri politici veri, tecnici – operativi. Approvazione bilancio e rendiconto, è una scusa il prelievo forzoso, ci sono i termini per opporsi. Solo così mettiamo in moto democraticamente l’azione di programmazione territoriale e la riattivazione di alcuni servizi sovracomunale. Altrimenti ci rivedremo a Natale per gli auguri e continuare la lamentosità su quel che “resta del giorno”.

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