Sinagra – Terza lista: Certissima…certa anzi non c’è!

Certissima, certa, anzi non c’è. Questo in sintesi il giudizio che radio Agorà ha dato alle voci che circolavano, a partire da ieri, su una fantomatica terza lista alle prossime amministrative comunali. Già si facevano nomi e cognomi che poi regolarmente cambiavano e ricambiavano ancora.

maccoraUna sorta di “carosello” senza fine che ha portato la piazza, dopo una prima incertezza, a essere diffidente e ad aspettare gli eventi. Aria completamente cambiata domenica quando, dissipato il polverone, della terza lista o presunta tale sembra essere rimasto solo il ricordo. Ma chi è perché dovrebbe volere una terza compagine in lizza se già, in linea di massima, la competizione dovrebbe essere Musca – Maccora? Chi avrebbe interesse ad agitare le acque? Serve al paese un’ulteriore divisione?nino musca

Domande che potrebbero avere una risposta disarmante ma anche inquietante se lette nell’ottica del politichese. Primo: su molto meno di 2000 elettori, tre liste rappresenterebbero sicuramente un’anomalia visto che nel vigente sistema maggioritario, una delle tre resterebbe per legge fuori dal consiglio comunale e questa esclusione i sinagresi l’hanno vissuta doppia nella scorsa tornata elettorale e la cosa bene sicuramente non ne ha portato; secondo: gli spazi, che già prima erano risicati, dopo il bagno di folla di Musca (che ha ufficialmente presentato e “testato” la propria candidatura) sembrerebbero addirittura inesistenti; le consultazioni, nell’imminenza della definizione dei candidati al consiglio comunale si infittiscono su tutto e tra tutti. Insomma non ci sarebbero gli spazi ne gli elettori e forse neanche i tempi e, pare pure, che chi parlerebbe di terza abbia già cercato accordi in casa Musca.

Enzo caputoUn bel bailamme in salsa sinagrese con sullo sfondo, notabilati e interessi che si stenta a definire pubblici minacciati dalla corazzata Musca che ha colto tutti di sorpresa e rischia di travolgere “incrostazioni sociali” e privilegi. Intanto continua la valanga di visualizzazioni dello spot elettorale di Musca che ha già raggiunto complessivamente oltre tremila visualizzazioni, (di cui 2308 mentre scriviamo sul solo profilo facebook del candidato sindaco). Intanto “radio Fante sembra avere le idee chiare: potrebbe essere solo un tentativo di alzare il prezzo in un’eventuale trattativa con una delle due liste dichiarate o, ancora peggio, una lista civetta non si sa bene di chi.

Per concludere il parere del sindacalista Enzo Caputo (locale sindacalista della Cgl). L’idea della terza lista è appunto solo un’idea e nulla più che va solo contro la pacificazione sociale. Va da se che “se son rose fioriranno”.

Enzo Caputo

Dalla rete la definizione di lista civetta!

lista civetta
immagine tratta dalla rete

Le liste civetta secondo Nicola Castaldo Cosa sono le “liste civetta”? Sempre più spesso ne sentiamo parlare e può capitare, malauguratamente, di imbattersi in una di esse durante una tornata elettorale.

Innanzitutto va detto che esse sono liste elettorali concepite non per vincere la competizione ma per “drenare” voti. “Liste civetta” erano denominate quelle usate dai partiti e dalle coalizioni maggiori negli anni ’90 per aggirare i meccanismi sgraditi della legge elettorale (Mattarellum). Tuttavia la paternità del perverso meccanismo delle “liste civetta” può essere assegnata, risalendo a ritroso nel tempo fino alle tragiche elezioni del 1924, al cavalier Benito Mussolini. Non volendo correre rischi in vista della definitiva ascesa del regime, il Duce, prima impose la legge Acerbo (sistema maggioritario, collegio unico nazionale e premio di maggioranza,due terzi dei seggi, alla lista capace di superare il 25% dei voti), e poi diede vita a quelle che furono chiamate “liste di disturbo”. Le “liste di disturbo” erano liste filo fasciste ma con simboli e denominazioni diverse da quelle del Listone Nazionale e il loro fine era quello di sottrarre voti alle forze di opposizioni capaci di insidiare la vittoria fascista. Alla fine queste liste portarono all’elezione di soli 19 deputati che si aggiunsero ai 356 del “Listone” ma sottrassero centinaia di migliaia di voti nelle circoscrizioni “rosse” o a rischio per il regime. Mussolini fece di tutto per dare una vernice democratica al suo “Listone” dichiarando pubblicamente che: «Tutti quegli uomini del popolarismo e della frazioni della democrazia sociale, disposti a collaborare con una maggioranza fascista, sono invitati ad entrare in una grande lista elettorale». In pratica, alle elezioni del 1924 Mussolini usò delle “liste civetta”, cioè liste dietro cui si nascondeva il partito fascista sotto altro nome, per impadronirsi anche dei pochi seggi rimasti a disposizione delle opposizioni. 

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