Brolo – La minoranza dopo l’inchiesta Anas! “Sindaco tolga tutti dall’imbarazzo e si dimetta”

Riceviamo & Pubblichiamo * 

Lettera aperta al Sindaco

Venerdì 11 marzo, il nome di Brolo è tornato a comparire sulle prime pagine dei giornali e su tutti i telegiornali. Questa volta, però, su quelli nazionali e non solo su quelli locali.

Sappiamo bene che, per quanto siano stati adottati provvedimenti cautelari e, quindi, siano espressione di un quadro indiziario particolarmente grave (del quale hanno dato ampiamente atto, d’altronde, i mass media), le responsabilità degli indagati sono ancora da verificare. Ma i reati contestati sono di una gravità inquietante, riguardano rapporti che incidono su rilevantissimi profili di pubblico interesse e svelano numeri di una entità impressionante.

Ciò posto, benché sollecitati da più parti, abbiamo responsabilmente atteso, per quel che ci riguarda, ben tre giorni prima di rendere pubbliche le nostre doverose riflessioni.

Abbiamo ritenuto di dover portare rispetto alla persona, ancor prima che alla figura istituzionale. E ciò differentemente da Lei, da suo cognato Nino Germanà e di tanta parte del suo gruppo politico, che non avete atteso neppure la formale notifica dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria che hanno visto destinatari i vostri ex antagonisti politici, per sbandierare commenti con toni spesso inadatti e spropositati. Cosicché abbiamo avuto modo di definire imprudente, il comportamento di suo cognato Nino Germanà che ha utilizzato in un comunicato la sgradevolissima espressione di “mafia politica” a seguito della notifica di meri avvisi di conclusione indagini.

Riteniamo, però, che per coerenza con le affermazioni gridate dai palchi da Lei e da tanti componenti della sua maggioranza e, persino, dal terrazzo di casa da parte del marito di sua sorella, non possa che maturare adesso la inevitabile determinazione di rassegnare le dimissioni da primo cittadino.

Lei, d’altronde, non ha mai fatto mistero di essere stata sostenuta nel percorso politico intrapreso ed, in particolare, nella stessa competizione delle ultime comunali dall’impresa di famiglia, alla quale ha pubblicamente rivendicato un percorso di laboriosità, ossequioso delle regole e della legalità. Così come, non ha perso occasione sulla stampa o nei comizi, per accreditarsi come paladina della legalità, nonostante un lunghissimo quanto discutibile percorso politico sui banchi della minoranza consiliare, spesso a sostegno di quegli avversari politici dai quali ha poi improvvisamente, repentinamente e definitivamente preso le distanze. Una intransigenza da Lei talvolta persino urlata, che non può rimanere, a nostro avviso e sicuramente anche ad avviso della stragrande maggioranza dei brolesi, di mera facciata.

Sarebbe troppo comodo e poco consono alla figura di Sindaco rivendicare l’ossequio alle regole ed alla legalità solo quando torna utile al proprio percorso politico. Lei oggi, se non dovesse decidersi a compiere la coraggiosa scelta di rimettere il mandato, non potrebbe che rappresentare una figura istituzionale debole, verosimilmente in balia degli accadimenti collegati al percorso mediatico e giudiziario dell’inchiesta che vede coinvolta l’impresa di famiglia. Ciò mentre il Paese affronta una crisi economica e sociale senza precedenti che proprio per tale ragione, avrebbe, al contrario bisogno non soltanto di una autorevole guida politica, ma anche di una figura capace di garantire un percorso di pacificazione sociale guidato da un soggetto moralmente inattaccabile.

1-irene ricciardello con manifestoRiteniamo, purtroppo, che nulla di tutto questo, Lei possa oggi garantire. Tragga, quindi, le inevitabili conclusioni da ciò che è successo.

Tolga dall’imbarazzo quei referenti politici nazionali e regionali, ai quali ha chiesto di giustificare tante mancanze di carattere amministrativo della sua maggioranza.

Tolga dall’imbarazzo l’Autorità Giudiziaria, alla quale non avete esitato a rivolgervi ogni volta che ha potuto trovare sfogo l’impeto giustizialista del c.d. “nuovo corso”.

Tolga dall’imbarazzo il Prefetto di Messina, al quale presentandosi con suo cognato Nino Germanà, ha chiesto formale sostengo per la sua amministrazione.

Tolga dall’imbarazzo il gruppo di minoranza che – suo malgrado – si vedrebbe costretto a promuovere un pubblico dibattito sulla questione in consiglio comunale e, comunque, a sollecitare in ogni sede istituzionale, una appropriata riflessione sulla questione che oggi vede coinvolta la sua azienda di famiglia.

Tolga dall’imbarazzo quella minoranza dei cittadini di Brolo che avevano dato credito ai suoi impegni elettorali e a quella stragrande maggioranza che oggi si vedrebbe costretta magari a riascoltare tante affermazioni dei suoi comizi – per sua sfortuna tutti registrati – che risuonerebbero come l’ultima ed intollerabile offesa alla credibilità ed alla dignità di questo sfortunato Paese.

Tolga dall’imbarazzo soprattutto se stessa, da qualche giorno inevitabilmente priva di pubblica credibilità politica e, nel caso, irrimediabilmente priva di coerenza personale.

Gruppo Politico

Per Brolo

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