Il problema degli agrumi non di Sicilia

image-4Quando si pensa alla Sicilia non si può fare a meno che rivolgere un pensiero agli agrumi, tesoro della nostra terra, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Risulterà particolarmente gravoso, a tal riguardo, riuscire a comprendere quello strano meccanismo commerciale che prevede l’importazione straniera degli stessi agrumi.

Nel 2013 in Italia le importazioni di agrumi dall’Egitto sono aumentate del 110% “con una concorrenza sleale nei confronti della produzione siciliana”.
A dirlo è Coldiretti Sicilia, successivamente all’analisi dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dello scorso anno secondo cui nel nostro Paese sono entrati oltre 7 milioni e mezzo di chili di arance del Paese Africano.

image-5La competizione, poco sana e del tutto fuori luogo potremmo dire, verte tutta sui costi di parecchio più bassi della manodopera africana che sarebbe quindi in grado di vendere il prodotto ad un prezzo meno caro.
Ma la nostra stessa Patria non dovrebbe tutelare e regolare importazioni che, di fatto, vanno ad intaccare il nostro stesso settore produttivo e di cui non avremmo neanche bisogno?

Non è forse compito dello Stato cercare di incrementare la produzione e l’esportazione di quei prodotti che la natura ci offre e di cui dovremmo andare fieri?

image-7La definizione «Arancia rossa di Sicilia» è usata per individuare alcune varietà di arance a Indicazione Geografica Protetta (IGP), e identifica, quindi, prodotti esistenti solo nella nostra terra.
Il limone di Sicilia include, sotto la sua definizione, ben cinque tipi diversi di frutto a seconda della fioritura e della maturazione: Femminello Comune, Monachello, Interdonato, Femminello Zagara Bianca, Femminello Siracusano, Femminello Apireno Continella.

Per ultimi, ma non per importanza, i mandarini di Sicilia possono invece essere di tre differenti tipi, invidiabili in fatto di gusto e profumo.
Non dimentichiamoci, oltretutto, il vasto utilizzo in campo gastronomico che tali prodotti consentono, utilizzo che non può prevedere alcun tipo di sostituzione.

Sarebbe auspicabile, tenuto conto della possibilità della nostra Sicilia e del problema della disoccupazione che ci logora in questo particolare momento storico, da un lato, una presa di coscienza della politica, che verta ad una tutela specifica di certi prodotti ed ad un loro incremento. Dall’altro una presa di coscienza tra i consumatori, che preferiscano sempre e comunque un prodotto italiano ad uno straniero.

image-6Di poche ore la notizia di Bruxelles, dove un fronte comune tra i Paesi europei produttori di ortofrutticoli – Italia, Francia e Spagna – con il sostegno di Cipro, Grecia e Portogallo, ha permesso di respingere la proposta della Commissione europea che, contrariamente alle richieste dei produttori, non bloccava le importazioni di agrumi dal Sud Africa contaminati della malattia della ‘macchia nera’. Causata dal fungo Guignardia citricarpa, e’ una delle piu’ devastanti malattie che colpiscono gli agrumi. Ma non basta.
Intanto tra i vari lavoratori impegnati nel settore sento ancora dire: “Siamo fermi perchè al momento non c’è richiesta”. Mentre al supermercato trovo agrumi d’origine non sicula ad un prezzo più basso acquistati da gente che tra gli agrumeti è cresciuta. Rabbrividisco.

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